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Avventura e "mondo sotto-sopra"
by Tineke Vander Kooi
martedì 11 gennaio 2000
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Fin da quando ero tredicenne volevo vivere per un certo perido all’ estero. Volevo fare qualche lavoro pratico e avere piú idee circa il mondo, circa le persone e me stessa. Molte di queste cose, oggigiorno, sono fattibili in questa zona e grazie ad una accurata ricerca, Israele mi é sembrata una buona decisione. In un piccolo spazio puoi trovare politica e storia. Riguardo le culture e il mondo religioso, Israele é un luogo perfetto. Ed é stato molto appagabile!
Attraverso alcune conoscenze, ho ricevuto alcune informazioni riguardo il villaggio dove persone Ebree e Palestinesi stavano vivendo e lavorando insieme. Questa mi é sembrata l’ultima opportunitá per andare a conoscere il conflitto Palestinese – Israeliano, delle diverse parti. Ho scritto una lettera e chiesto se eventualmente c’era un posto per me dal novembre del 1998 fino al giugno del 1999.
Il gruppo di volontari consiste in quattro o sei persone. A causa del piccolo numero é semplice avere dei contatti con le persone del villaggio. Ogni volontario é anche adottao da una famiglia. Ero davvero fortunata con loro: potevo andare nella loro casa, sentirmi a casa, bere un tea alla menta, avere interessanti discussioni, imparare nuovi giochi, e a volte mangiare con loro. Questo permette di conoscere le persone e i loro modi di vivere. Puó anche accadere, come a me, che durante il Ramadam, ti portino in un villaggio dove mi sono realmente abbuffata con straordinari piatti....
I volontari ricevono denaro per l’acquisto del cibo. Tutti hanno una stanza privata, e condividono la cucina. La vita non é lussuriosa, ma molto del tempo trascorso qui é divertente con fuochi durante la notte e molti linguaggi e nazionalitá attorno a te. Alcuni vips sono venuti a visitare il villaggio( durante la mia permanenza é venuta Hillary Clinton) e per tali occasioni sono state organizzate lezioni di arabo, danze del ventre e conversazioni. A volte la lentezza con cui le cose sono fatte sono davvero frustranti, ma si puó comunque tentare di vivere con esse. E comunque si puó apprezzare la lavatrice, la tv, luce e gas.
Molto del tempo é dedicato al lavoro per cinque giorni a settimana e otto ore lavorative al giorno. Gli altri giorni puoi trascorrerli dormendo, o andando a Tel Aviv o Gerusalemme. Talvolta il lavoro é interessante, come talvolta non lo é. I volontari come tutti i lavori poco retribuiti, eseguono semplici lavori. Lavare i bagni non é ricompensante, ma mi ha fatto vedere la vita da altri punti di vista. E anche perché ero molto motivata a iniziare a studiare. A differenza degli stupidi lavori, qui c’é libertá e nuovi amici provenienti da tutto il mondo. Hai cosí la possibilitá di conoscere il loro modo di vivere, la loro cultura e avere una idea della complessitá dei problemi che si vivono nel Medio Oriente.
Il mio modo di guardare la politica é definitivamente cambiata, attraverso la mia permanenza. Impressionata dall’Olocausto, cresciuta in una famiglia Cristiana con molte conoscenze, sono venuta a Nevé Shalom/Wahat as-Salam con una posizione un po’ a favore di Israele. Ció é cambiato radicalmente dopo il confronto con tutte le discriminazioni e ingiustizie che ho visto e sentito intorno a me. Sono ancora occupata a trovare un equilibrio fra tutte le storie delle persone con le loro veritá e le loro valide ragioni, e dove loro hanno diritto di avere ragione. Questo mi dimostra che non é solo un problema, ma un interminabile e confusionario gruppo di problemi, dove ogni soluzione comporta alle sue spalle un insieme di altri problemi: diventare speranzosi e disperati. Ma io ho ancora speranza e un ringraziamento speciale va alle persone intorno a me, di e intorno a NSWAS. Al contrario di tutti questi problemi qui, si prende il coraggio di sperare, di lavorare in pace e rispetto. Abdessalam mi ha detto in una intervista "Non si puó negare il conflitto, dovresti provare piuttosto a vivere con esso". E vedo che questo sta accadendo. Il Regno é giá venuto, ho visto molti litigi, e spettegolezzi, ma le persone osano confrontarsi guardandosi in faccia. É difficile ma le persone stanno costruendo isieme una solida base. I bambini stanno ancora giocando insieme. Sono orgogliosi delle loro radici, delle loro usanze, ma trovano anche familiare le altre culture e religioni. Imparano inoltre a pensare e a gestire non con paura ma con rispetto l’altro. Con ció il conflitto non é ancora risolto, ma le persone lo stanno gestendo con rispetto e dignitá dandogli il suo spazio.
É stato un intero anno appassionante, con la messa in discussione di molti valori. Vorrei ancora rifarlo. Ho avuto nostalgia e ho imparato a combatterla. Il mondo non é cosí semplice come si usa dire, ma c’é cosí tanto che mi sta aspettando tanto quanto io ho spettato. E le nuove idee, le nuove amicizie, e l’amore che ho trovato qui sono inestimabili.